
Nel 2007 l’impronta 97F fu repertata come traccia attribuita all’aggressore in quanto era presente sangue della vittima
Il Fatto Quotidiano scrive che nel 2007 l’impronta 97F fu repertata come traccia attribuita all’aggressore in quanto era presente sangue della vittima. Ora viene rivalutata. L'impronta si trovava sul muro di sinistra che accompagna la scala che porta alla tavernetta del villino di via Pascoli. Ovvero dove fu trovato il cadavere di Chiara Poggi. I carabinieri scrivono che è stata «acquisita sul muro di sinistra scendendo le scale». E secondo gli inquirenti potrebbe essere una mano sinistra. Di un corpo la cui mano destra intanto stava lasciando l’impronta 33. E' di Andrea Sempio?
Chiara provò a prendere il telefono?
Oltre a questo dato c’è una nuova ricostruzione. Ovvero che Chiara durante l’aggressione ha provato a prendere la cornetta del telefono. Lo conferma uno schizzo di sangue trovato nel vano. La valutazione della scena del crimine è ritenuta fondamentale per valutare la presenza di altre persone quel mattino nel villino di Garlasco. Secondo la Cassazione l’aggressione è avvenuta tra le 9.12 e le 9.36.
A pagina 62 della relazione dei Ris si legge: «N. 1 telefono variamente investito da tracce ematiche da proiezione (…).
Si rileva una traccia da proiezione nel vano di alloggiamento della cornetta. Nessun prelievo effettuato». E che Chiara abbia preso il telefono, secondo chi indaga, sarebbe dimostrato dal fatto che «le piante dei piedi del cadavere esibiscono tracce ematiche che lasciano ipotizzare l’esistenza di una qualche fase dell’azione delittuosa, in cui la vittima ha calpestato il sangue».
Le macchie sul telefono del villino di Garlasco
E ancora: accanto al telefono del villino di Garlasco «vicino alla base dello stipite della porta, tre macchie di sangue potrebbero essere riferibili proprio alle dita di un piede insanguinato della vittima». Secondo i carabinieri «la cucina è uno dei luoghi più abbandonati dalle indagini scientifiche». Ma è centrale per capire la dinamica dei fatti. E per individuare anche il numero di persone presenti il 13 agosto 2007. Forse due oltre a Chiara Poggi, almeno studiando a fondo la disposizione delle tre sedie trovate attorno al tavolo della cucina.
Il pigiama
La Bloodstain pattern analysis dice che la traccia sul pigiama «potrebbe essere riferibile alla mano insanguinata dell’aggressore che ha sporcato la maglietta sulla spalla sinistra nell’atto di sollevare e gettare la vittima a faccia in giù lungo le scale. Considerato che in quest’ultima fase l’aggressore di Garlasco è stato in posizione arretrata rispetto alla vittima, non si esclude che si tratti proprio della sua mano sinistra». E gli esperti dicono che quella stessa mano sinistra «potrebbe trovare riscontro anche nella traccia di swipe 97F presente sulla parete delle scale che, in ragione della sua dislocazione e morfologia, potrebbe essere riferita allo strofinio di una mano dell’aggressore».
La parola alla scienza
Stramattina comincia il contraddittorio sugli elementi di prova. Questo significa che i legali dell’indagato – tra cui Massimo Lovati, che ieri invece aveva parlato di un sogno in cui il Dna di Sempio viene trovato nello yogurt – potranno contrapporre argomenti a quelli della procura guidata da Fabio Napoleoni. Cinque i punti da dirimere per gli esperti della giudice Daniela Garlaschelli. Hanno tempo 90 giorni. Dovranno riferire il 24 ottobre. Gli esperti devono analizzare i profili genetici delle unghie della vittima. Valutare poi la possibilità di utilizzarli. Secondo Carlo Previderé, consulente dell’accusa nell’indagine di Pavia, «il dna sulle unghie di Chiara è sovrapponibile con quello di Sempio». De Stefano aveva invece sostenuto che il dna non fosse attribuibile a nessuno perché era «scarso e degradato».
I cinque elementi
Il secondo punto è l’estrazione del Dna da paradesivi e impronte. Non dalla numero 33, mentre si parlerà della numero 10, che non è mai stata ricondotta a nessuno. Il terzo punto sarà l’estrazione del Dna da campioni biologici e reperti mai analizzati. Tra questi un frammento del tappetino del bagno della villetta di via Pascoli, le confezioni di té, un vasetto di yogurt, cereali, biscotti e altri sacchetti. Infine – il quarto e il quinto punto – i periti dovranno «seguire la comparazione dei profili genetici estrapolati al fine di accertarne l’eventuale corrispondenza o compatibilità con il profilo genetico dell’indagato Andrea Sempio; il profilo genetico di Alberto Stasi; i profili dei membri della famiglia Poggi; i profili genetici di eventuali altri soggetti che frequentavano abitualmente l’abitazione della vittima».
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